Checco dello Scapicollo, il direttore Francesco Testa: “Green pass? Scelte incomprensibili”

Abbiamo raggiunto il direttore di Checco dello Scapicollo, Francesco Testa, uno dei ristoranti più noti di Roma e ci siamo confrontati sulle ultime legate al green pass.

Dallo scoppio della pandemia globale da Coronavirus sicuramente il settore tra i più colpiti è stato quello della ristorazione, insieme alle attività culturali e al turismo. Un noto professionista ci ha raccontato il suo punto di vista: “La notizia è sconcertante ma non perché noi siamo contro il green pass o cose del genere. Il problema è che noi non siamo poliziotti e saremo costretti a diventarlo chiedendo alla gente cose personali. Non tutti saranno disposti a farlo. Faccio un esempio. Se un cliente viene a cena con una situazione particolare come con un’amante cosa facciamo lo mandiamo via? Oppure un cliente malato che non si può fare il vaccino è costretto a dare a noi spiegazioni.”

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Torna poi indietro sullo scorso anno: “Dopo tutto quello che è successo l’anno scorso con sanificazioni che non sono servite a niente, nessuno ha controllato. Con quello che è successo col personale, tra tamponi ed altro, anche questo sembra una cosa assurda. È anticostituzionale. Perché devo costringere un dipendente a fare il vaccino? E se non lo vuole fare devo spendere soldi io per il tampone se no non ho personale? È da pazzi, una cosa assurda”.

Francesco Testa, “Avvertiti solo dalla tv”

Checco Dello Scapicollo parla attraverso la voce di Francesco Testa: Siamo stati avvertiti dalla televisione, nessuno ci ha detto nulla. Sapevamo nell’aria che c’era questa possibilità, ma la notizia ufficiale ce l’hanno data i giornali. I vaccini? È una scelta personale. Non critico chi lo fa e non critico chi non lo fa. Siamo in un paese libero dove siamo liberi di scegliere. La cosa che ci sconcerta è che noi siamo costretti a fare i poliziotti. Non siamo autorità per chiedere un documento a un cliente. Siamo diventati medici, guardiani, esperti di igiene ora dobbiamo fare anche i poliziotti. Abbiamo fatto di tutto nell’ultimo anno tranne che i ristoratori”. 

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Soluzioni? “Purtroppo mi dovrò adeguare come tutti. Qualche dipendente non è vaccinato e non verrà a lavorare. Il problema principale è quello ora, poi saranno i clienti. Al momento in estate abbiamo i giardini fuori e non abbiamo grandi problemi. Quando ci sono i ricevimenti il problema sussiste, dovrò avvisare l’organizzatore dell’evento o gli sposi e farmi dare la lista dei presenti e mi sembra una cosa assurda per quanto riguarda la privacy. Noi dobbiamo lavorare e ci dobbiamo per forza adeguare. Se chiudiamo non ci danno gli aiuti che sono stati vergognosi rispetto ai soldi che abbiamo perso”. 

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