Vergogna in una scuola alle porte di Roma: Tivoli e Stato si muovano per l’Olivieri

Vergogna in una scuola alle porte di Roma: la città di Tivoli e lo Stato intervenga immediatamente per risolvere questa situazione al più presto e non di mandare “a spasso” più di 700 ragazzi che hanno chiesto semplicemente di tornare a studiare nelle aule

Istituto Olivieri di Tivoli (screenshot video YouTube)

Una vera e propria vergogna quello che sta accadendo all’istituto Olivieri di Tivoli. Tutti gli studenti non possono recarsi all’interno dell’edificio per seguire le lezioni ed è per questo motivo che hanno voluto manifestare. Potranno seguire le lezioni solamente con la “Didattica a Distanza” (un vero e proprio fallimento negli ultimi mesi) e non potranno usufruire dei laboratori (che sono fondamentali per il loro percorso di crescita).

Anzi, addirittura sono costretti a seguire le lezioni “comodamente” da casa in orari improponibili: ovvero dalle ore 14 alle 18. Quando nel pomeriggio si dovrebbe fare tutt’altro. Gli studenti stanno chiedendo semplicemente di poter ritornare nelle aule e seguire dal “vivo” le lezioni dei professori. Nulla più.

Andiamo con ordine: lo scorso 13 settembre il personale scolastico, insegnanti e tutti coloro che lavorano all’interno dell’edificio hanno avuto una comunicazione importante. Cosa c’era scritto? “Da parte dei tecnici provinciali – degli esiti negativi delle verifiche (di primo e di secondo livello) sulla vulnerabilità sismica e statica (disposta dalla legge) dell’edificio che, alla luce di queste risultanze, non è sicuro e dunque non utilizzabile“.

Vergogna all’Olivieri di Tivoli: intervenga Bianchi e lo Stato

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In tantissimi si stanno lamentando sui social network per questa assurda e vergognosa situazione che ha colpito i ragazzi dell’Ipias Olivieri. Ed è per questo motivo che deve assolutamente intervenire il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Quest’ultimo deve fare luce su questa vicenda e trovare una soluzione quanto prima e non far trascorrere altro tempo prezioso. Non è possibile vedere più di 700 ragazzi “a spasso”.

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Ad intervenire deve essere soprattutto lo Stato affinché questa situazione si risolva subito. Addirittura il sindaco della città ha dichiarato che gli studenti potranno ritornare nell’edificio solo nel mese di marzo, a quasi due mesi dalla fine della scuola. Il tutto senza aver trovato una soluzione.

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