Caso Pastore, il Codacons contro Calenda

Il Codacons ha invitato Calenda a ritirare la candidatura di Roman Pastore. Ecco la nota dell’associazione dei consumatori.

Carlo Calenda
Carlo Calenda (screenshot video YouTube)

ROMA – Il Codacons ha invitato Carlo Calenda a ritirare la candidatura di Roman Pastore. Il giovane è finito nel mirino per alcune foto con costosissimi orologi e auto di lusso e per l’associazione dei consumatori il leader di Azione ha “mentito ai cittadini sul caso che riguarda il candidato presidente a Roma nelle liste di Azione“.

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La nota del Codacons

Nella lunga nota, riportata da LaPresse, il Codacons ha precisato che “il leader di Azione per difendere Pastore si è nascosto dietro la storia del regalo del padre morto solo due anni fa. Ma purtroppo nelle ultime ore è uscito fuori che l’uomo sarebbe deceduto nel 2017, notizia che ha smentito in modo clamoroso la difesa del suo pupillo“.

Secondo l’associazione dei consumatori, inoltre, l’orologio di marca non è un caso isolato. In passato Pastore ha esibito sui social anche automobili di lusso, abiti di alta moda, cene in ristoranti stellati, soggiorni in hotel a 5 Stele e vacanze a Capri e in Costa Smeralda. Tutte cose che per il Codacons sono una ostentazione squallida e volgare della ricchezza.

Per questo motivo l’associazione ha chiesto, se confermate le bugie sul caso dell’orologio, il ritiro della candidatura di Pastore, in relazione alle cose non vere dette ai cittadini. “Questi ultimi – si legge nella nota del Codacons – meritano trasparenza da chi decide di correre per guidare l’amministrazione della città“.

Al momento nessuna replica da parte di Calenda. Il leader di Azione, almeno dopo le difese prese nei giorni scorsi del suo candidato, non dovrebbe accogliere la richiesta avanzata dal Codacons. Roman Pastore, a meno di dimissioni improvvise nelle prossime ore, dovrebbe continuare a correre per il ruolo di presidente di un municipio a Roma. Da capire se in futuro questa candidatura sarà premiata oppure no da parte dei cittadini, che come sempre hanno l’ultima parole.

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