Microfono dello smartphone, parte indagine: sapete cosa vi rubano?

Pesante monito sul microfono aperto nello smartphone: aperta indagine dopo le tante segnalazioni. Ecco le informazioni “rubate”.

smartphone microfono aperto
Le app degli smartphone agiscono sul microfono aperto (Youtube)

Una miniera di informazioni in pochi centimetri. Nei quali c’è di tutto. Dati personali, contatti, idee, sogni, viaggi. Una vita in uno smartphone, che in molti casi ha però un microfono sempre acceso ad ascoltare ogni passaggio della vita privata. Ecco quindi che da risorsa, lo strumento si trasforma in problema. E con la tecnologia accade spesso, prendere o lasciare. A patto però che non sia spiata la privacy di chi utilizza uno smartphone, come sta accadendo. Molti utenti hanno infatti da tempo segnalato pesanti violazioni, e strane “coincidenze”.

Abiti, auto, vestiti, lo smartphone propone ciò che voi volete: non è “magia”, è il microfono aperto

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Un modello di smartphone (Youtube)

Dopo una ennesima ondata di proteste, è stata aperta anche una indagine, che verificherà quanto accade agli utenti. Molte applicazioni, al momento in cui vengono installate, chiedono di accedere al microfono. Senza pensarci in molti danno l’ok, e in un attimo il gioco è fatto. Le segnalazioni spiegano con dati di fatto che basta parlare di viaggi, di idee, di acquisti in cantiere, per ricevere pubblicità a tema continue. Coincidenza? Nient’affatto. Solo negligenza da parte di chi lascia il microfono accesso, e un probabile abuso da parte di chi lo utilizza.

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É stata quindi aperta una indagine dal Garante della Privacy sull’utilizzo che molte applicazioni fanno dei dati incamerati. Il sospetto è che questi siano venduti ad aziende che poi utilizzano i dati “soffiati” agli utenti per proporre pubblicità a tema. Viaggi, auto, abiti. Vi è mai capitato? Ecco svelato il motivo, ma ora la storia dovrebbe avere un limite. Innanzitutto con una informativa che in maniera più chiara stabilisce quali siano i rischi per chi apre il microfono. Poi anche con uno stop ai dati sottratti, che si trasformano sempre più in un abuso nei confronti dell’utente.

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