“No all’obbligo vaccinale”: le parole di Salvini (che attacca la Lamorgese e assolve Durigon)

Ai margini del suo intervento al Meeting di Rimini, Matteo Salvini ha parlato dei temi caldi del momento: obbligo vaccinale, le critiche al ministro (alla ministra) degli Interni, le polemiche sul sottosegretario Durigon.

Ma andiamo con ordine.

Salvini e l’obbligo vaccinale

Partendo dalla possibilità di instaurare l’obbligo vaccinale, Salvini s’è mostrato assolutamente contrario, pur ribadendo l’invito agli over 50 a vaccinarsi il prima possibile: “Io faccio appello agli over 50 anni a fare il vaccino, a mettersi in sicurezza, e non rischiare la loro vita. Ma un obbligo vaccinale troverà il nostro no“.

La soluzione, per il leader leghista, sono i tamponi gratuiti: “La Lega chiede tamponi salivari gratuiti per tutti: se passa questo concetto, non ci sono problemi”.

Ma no all’obbligo – che va contro i principi di Salvini (sebbene sarebbe curioso chiedergli in merito ad altre libertà cosa ne pensi): “Sono contro qualsiasi tipo di obbligo, di multa, di costrizione; sono sempre per la libertà, anche per la libertà di cura”.

Salvini e le critiche alla Lamorgese

Matteo Salvini passa quindi alle critiche a Luciana Lamorgese, ministra degli Interni:

“Le critiche al ministro Lamorgese non arrivano da Salvini ma dai numeri e la matematica non è un’opinione. Più di mille morti nel Mediterraneo sono il segno della bocciatura l’operato del ministro dell’Interno: ma come occupa il suo tempo Lamorgese?”

E la frecciata alla titolare del Viminale vira poi sui fatti di Viterbo (dove s’è svolto il rave che ha fatto parlare l’Italia a cavallo di ferragosto): “E’ necessario pensare a un cambio, il ministro deve fare le cose che non ha ancora cominciato a fare. Davanti all’ipotesi di recrudescenza terroristica con i talebani in Afghanistan, noi non riusciamo a fronteggiare un rave a Viterbo…“.

Salvini e le polemiche su Durigon

Infine, sul sottosegretario Claudio Durigon e le polemiche legate ad un parco di Latina:

“Noi siamo per risolvere i problemi e non per crearli, siamo per spegnere le polemiche e non per alimentarle: con Durigon ragioneremo su cosa sia più utile fare”.

Salvini derubrica la polemica, quindi, sottolineando come con Draghi non si sia parlato delle parole del sottosegretario: “Le polemiche sul fascismo appartengono alla Storia e al vertice con Draghi non abbiamo parlato di Durigon ma di pensioni, di quota 100, di flat tax, di emergenza incendi… Fascismo e comunismo sono stati superati dalla Storia e con Durigon sono al lavoro su tanti temi. Ripeto: valuteremo serenamente cosa sia più utile fare per lui e per il Governo”.

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