“Domenica ucciderò una ragazza”: nuovi agghiaccianti dettagli sulla morte di Chiara, presa a calci in testa

Emergono tremendi dettagli sulla morte di Chiara Gualzetti, uccisa a Monteveglio (frazione di Valsamoggia, nel bolognese) a nemmeno 16 anni.

Uccisa da un coetaneo, che – attraverso le proprie confessioni – offre un quadro se possibile ancora più agghiacciante del già sconvolgente omicidio in sé:

perché, ha raccontato, il giovane assassino non ha solo accoltellato la povera Chiara, più volte, ma poi si sarebbe accanito sull’esile corpo morente della giovanissima, con ripetuti calci in testa.

Ed emergono anche le chat, legate ad un invaghimento della giovane verso il suo carnefice.

Che, dopo averla dapprima ignorata, la cerca con insistenza.

Ed è così che ci sono degli scambi di messaggi che, letti a posteriori, fanno rabbrividire:

“Se mi uccidessi non mancherei a nessuno” – scriveva lei a lui. Ed il suo futuro carnefice rispondeva, a sangue freddo: “Ti do’ una mano io se proprio vuoi”.

Un sangue freddo mostrato anche in altre occasioni.

Non davanti alle forze dell’ordine, cui aveva cercato di nascondere i messaggi scambiati con Chiara (“Non so come ho fatto ma ho cancellato per errore le chat di Instagram e di WhatsApp con lei” – avrebbe dichiarto).

Ma confessando l’omicidio lunedì ad una amica (nelle ore in cui veniva trovato il corpo, massacrato, in una scarpata) e dicendo pochi giorni prima da un parente: “Domenica ucciderò una ragazza”.

Non era stato preso sul serio, d’altra parte a 16 anni o giù di lì se ne dicono di stupidaggini.

Nel caso di questo giovane omicida, però, più che di stupidaggini parliamo di segni di squilibrio (sebbene dovranno essere appositi periti ovviamente a stabilirlo).

Come riportano diverse realtà online, avrebbe ucciso perché “tanto Chiara si voleva uccidere, me lo aveva detto”.

E perché nella sua testa c’è un demone: “Da tanto tempo parlo con Samael, l’angelo del giudizio. L’ho anche visto; un uomo alto, di fuoco”.

Una voce – ispirata a quella di “quello di Lucifer” (serie culto di Netflix) – che lo “costringe a fare cose sempre più cattive”.

Cose cattive come questo tremendo omicidio, per cui non mostra – riportano – alcuna forma di pentimento. Anzi, parlando della giovane vittima che adesso non c’è più la definisce “depressa”, “fastidiosa”, un accollo.

In passato, secondo la nonna, parlando alla psicologa con cui aveva avuto qualche seduta, aveva parlato di quella voce interiore.

Evidentemente, non era stato preso troppo sul serio.

Ma adesso è troppo tardi, per la disperazione di due famiglie.

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