Quindicenne uccisa a Brescia dal colpo di fucile: non è stato il padre

Cambia tutto nel caso della quindicenne uccisa da un colpo di fucile per sbaglio a Brescia: non è stato il padre a commettere il tragico errore. 

Carabinieri
Il colpo di fucile che ha ucciso la quindicenne a Brescia non sarebbe partito dalle mani del padre (screenshot video YouTube)

Svolta inattesa nel caso della quindicenne uccisa per sbaglio a Brescia. Il colpo di fucile partita nella serata di sabato per un tragico errore a San Felice del Benaco, non sarebbe partito dalle mani del padre. Le nuove circostanze sono infatti emerse dall’interrogatorio del 57enne, che in passato è stato anche assessore nella cittadina sul Lago di Garda. La ricostruzione offerta dall’uomo è forse ancora più drammatica, e cambia totalmente il quadro di una vera e propria tragedia.

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Il colpo sarebbe infatti partito dalle mani del fratello 13enne. Lo ha affermato durante l’interrogatorio il papà della giovane. Secondo la dichiarazione resa al pubblico ministero di Brescia Carlo Milanesi, lui e il figlio stavano mostrando l’arma alla 15enne e ad altri partenti. All’improvviso sarebbe partito il colpo al petto, che le è stato tragicamente fatale uccidendola sul colpo. Se questa circostanza dovesse trovare conferme, cambierebbero tutti gli scenari. Il 13enne non sarebbe infatti imputabile, ma resterebbe l’accusa pesante di omessa custodia delle armi per il padre, che gli avrebbe messo in mano un fucile regolarmente registrato, ma che è costato una tragedia incredibile ad una intera famiglia.

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