Cristiano Ronaldo, le dichiarazioni che non ti aspetti: “Mi sento in gabbia…”

E’ un Cristiano Ronaldo che non te lo aspetti. A pochi giorni dall’esordio con la maglia del Manchester United, il fuoriclasse portoghese ha rilasciato un’intervista al ‘Daily Mail’ dove ha parlato della sua non-privacy e di altre cose che lo circondano

Mancano solamente due giorni per il nuovo esordio di Cristiano Ronaldo con la maglia del Manchester United. Ricordiamo che per l’asse portoghese si tratta della sua seconda esperienza, visto che ha già militato con i ‘Red Devils‘ per sei stagioni (dal 2003 al 2009). Sabato pomeriggio, alle ore 16, all’Old Trafford la sfida contro il Newcastle per la quarta giornata di Premier League.

Nel frattempo, però, l’ex calciatore della Juventus ha trovato il tempo di rilasciare un’intervista al noto quotidiano inglese ‘Daily Mail‘. Un Ronaldo che nessuno si sarebbe mai aspettato. Ovvero? Ha parlato di come si sente oppresso, specialmente nel periodo in cui è diventato famoso, ed anche per il fatto che non ha più privacy.

In poche parole non gli piace la vita che fa fuori dal terreno di gioco. Non riesce a godersi appieno la sua famiglia fuori dai campi di calcio.

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Cristiano Ronaldo imprigionato: “Mi sento in gabbia, noioso essere me“

Queste le dichiarazioni del nuovo numero ‘7’ dello United: “Essere me stesso è noioso. Quando inizi ad essere famoso tutto diventa bello: hai tutto quello che uno desidera. Sei in televisione e sulle prime pagine dei giornali, poi tutto cambia. Guardi la vita in un modo diverso“.

Il campione portoghese ci ha tenuto a ribadire di non avere più privacy: “Oramai è andata. Pagherei per riaverla. E’ vero che posso avere qualunque cosa, ma come dico alle persone che me lo ricordano non è tutto. Un esempio? Negli ultimi due anni, con i miei figli, sono andato al parco zero volte. Non puoi andare in un posto che sei circondato da persone e tutti i membri della mia famiglia diventano nervosi, me compreso“.

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Nemmeno un caffè con gli amici: “Niente bar, loro potrebbero sentirsi a disagio con me. Queste cose le evito proprio per chi mi sta accanto e che potrebbe innervosirsi. Mi sento in gabbia, ma oramai è troppo tardi“.

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