Euro 2020 viene scossa da un episodio di cui si potrebbe sentire parlare ancora nei prossimi mesi. L’Uefa ha aperto un’inchiesta in con mezzo i diritti del movimento Lgbtq+.
Il calcio non dovrebbe essere mai e poi mai banco di contese politiche o sociali, dovrebbe solo raccontare quello che accade in campo regalando gioia ai tifosi presenti sugli spalti. Fin troppo spesso però sorgono dei problemi a volte anche molto sconvenienti come in questo caso. Ieri a Baku, dove si giocava Repubblica Ceca Danimarca, uno dei quarti di finale della competizione, un tifoso si è visto sequestrare la bandiera arcobaleno simbolo del movimento Lgbtq+. Così L’Uefa ha aperto un’inchiesta per capire meglio cosa sia effettivamente capitato e cosa abbia spinto a questo sequestro. Sicuramente si aprirà un caso che potrebbe vederci pronti a commentare ancora per diversi mesi anche se probabilmente la certezza dei motivi non l’avremo mai.
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Due steward hanno sequestrato una bandiera arcobaleno a un tifoso danese durante Repubblica Ceca Danimarca, gara valida per i quarti di finale di Euro 2020 poi terminata col risultato finale di 1-2. I due stewart hanno provato a giustificarsi sottolineando che il tifoso era “visibilmente ubriaco” e che stava creando dei problemi, scambiando epiteti non proprio da galateo ad altri spettatori presenti vicino a lui. L’Uefa però vuole vederci chiaro e ha così deciso di aprire un’inchiesta.
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L’ente calcistico europeo ha poi rilasciato una nota in cui ha evidenziato: “L’Uefa non ha mai dato disposizioni agli addetti alla sicurezza negli stati e a quelli di Baku relativamente al sequestro delle bandiere arcobaleno dentro gli stadi. Dalle prime informazioni che abbiamo ricevuto si può dedurre che il tifoso in questione fosse ubriaco e che alcuni supporter locali avessero iniziato ad essere molto aggressivi con lui. Gli steward hanno ritenuto di dover intervenire. Il sostenitore, nonostante le sue condizioni, è rimasto sugli spalti”. L’immagine di quanto accaduto ha fatto il giro del web scatenando il risentimento proprio della comunità Lgbtq+.
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