Raggi, che gaffe: il suo tweet riscrive (male) la storia di Roma

Ancora una gaffe per la sindaca Virginia Raggi: sepolta dai tweet che correggono una sua interpretazione non in linea con la storia di Roma.

Virginia Raggi ci ricasca. E come un motivetto che torna spesso tristemente di moda, la sua gaffe viene ripresa sui social, con commenti critici e poco teneri. Questa volta l’occasione è stata l’anniversario del bombardamento sulla capitale e in particolare sul quartiere di San Lorenzo. La sindaca nel ricordare il triste evento ha cinguettato un commento non del tutto in linea con quanto scritto dalla triste storia di quelle bombe sganciate 78 anni fa.

“Roma è e sarà sempre antifascista. Ho deposto una corona per commemorare il bombardamento che nel 1943 colpì San Lorenzo. Un evento drammatico che non dobbiamo dimenticare, perché senza memoria non c’è futuro”. Quelle 4000 bombe delle 11.02, però, furono sganciate dal generale Wilson, in una pagina di storia diversa da quella “riscritta” da Virginia Raggi.

Leggi anche: Covid, D’Amato non ha dubbi sulla crescita dei contagi: “Effetto Gravina”

Gaffe per la Raggi che ci ricasca: “Roma è antifascista”, ma le bombe le sganciarono gli americani.

Ore 11.02, sul cielo di Roma il generale Wilson, dell’aviazione americana, con 300 bombardieri sgancia 4000 bombe. Le conseguenze sono devastanti per la città di Roma, e in particolare a San Lorenzo e nei quartieri limitrofi. Circa 3mila moti e più di 10mila feriti. Roma era occupata dai tedeschi, ma le esplosioni causate dalle bombe a stelle e strisce procurarono una ferita devastante nella capitale, che ancora oggi ricorda le vittime con un monumento.

Il tweet della Raggi ha riscritto la storia in un altro modo, attribuendo le bombe ad un’altra mano. E l’ennesima gaffe, non è sfuggita ai romani, agli appassionati di storia, a chi ancora ricorda qualche familiare che cadde alle ore 11 nell’esplosione. Una gaffe pesante per la sindaca, accusata di non conoscere la storia della città che amministra. E su Twitter i commenti sono impietosi.