Impennata di casi di coronavirus, ritornano le restrizioni in un Paese

L’impennata dei casi di coronavirus hanno portato un Paese a reintrodurre per una settimana delle restrizioni. L’obiettivo è quello di fermare la salita dei contagi.

Russia
Ritornano le restrizioni in Russia (screenshot video YouTube)

I casi di coronavirus sono in forte aumento e la Russia è pronta a correre ai ripari. Secondo quanto riferito dai media locali citati da Il Messaggero, il presidente Putin ha deciso di dichiarare i giorni che vanno dal 30 ottobre al 7 novembre non lavorativi. Si tratta di una misura che ha come obiettivo quello di contenere i contagi e non tornare al lockdown.

Si tratta di un provvedimento che, almeno per il momento, non dovrebbe mettere in difficoltà i lavoratori. Lo stesso Cremlino, infatti, ha rassicurato che gli stipendi saranno regolarmente pagati. Al termine di questo periodo si farà il punto della situazione e si deciderà se allungare questa restrizioni oppure ritornare alla normalità.

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Dalla Russia alla Lettonia, ritornano le restrizioni

Mosca Russia
Mosca (screenshot video YouTube)

Dopo un periodo che sembrava di tranquillità, ritorna la paura del coronavirus e le restrizioni. La situazione più critica, al momento, è in Russia e in Lettonia dove sono tornate alcune restrizioni per cercare di fermare i contagi.

Come detto, Mosca ha deciso di dichiarare non lavorativi i giorni dal 30 ottobre al 7 novembre. Si tratta di una misura che, al momento, non è accompagnata da altre restrizioni e per questo motivo non si può parlare di un vero e proprio lockdown. L’idea è quella di limitare gli spostamenti per consentire un controllo dell’epidemia.

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Situazione ancora più critica, invece, il Lettonia. Il governo ha deciso di ritornare in lockdown fino al 15 novembre per un rialzo importante dei casi. Il ministro della salute ha fatto il mea culpa ribadendo che questa decisione è fortemente collegata al fatto di non essere riusciti a raggiungere un numero elevato di persone vaccinate. Ritornano, quindi, le prime restrizioni anche se, al momento, il quadro più critico è soprattutto nei Paesi dove le somministrazioni stanno andando a rilento.

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