Bimbo morto a Napoli, la deposizione del domestico è agghiacciante

Ascoltato dai giudici il domestico, accusato di aver lasciato cadere dal balcone il bimbo poi morto a Napoli: la ricostruzione mette i brividi.

bimbo morto a Napoli
Bimbo morto a Napoli, la deposizione e le parole del Gip (screenshot video YouTube)

“Una persona di spiccata pericolosità”. Con queste parole, il gip Valentina Gallo descrive la personalità di Mariano Canino, il domestico che avrebbe lasciato cadere dal balcone il bambino morto a Napoli. “C’è il concreto il pericolo che l’indagato, se lasciato in libertà, possa disporsi nuovamente alla commissione di reati della stessa specie di quello per cui si procede, ponendo in pericolo le esigenze primarie di tutela del bene giuridico, la vita e l’incolumità personale”. La ricostruzione di Canino, dopo averlo ascoltato, mette infatti i brividi. Avrebbe avuto in capogiro, almeno questo si apprende dalle agenzie, e poi avrebbe mangiato una pizza. 

Bimbo morto a Napoli, il domestico ricostruisce l’accaduto: convalidato il fermo

Polizia
Il domestico è considerato persona pericolosa

Mariano Canino ha affermato di aver avuto un capogiro. “Sono uscito fuori al balcone – avrebbe detto -, avendo sempre il piccolo in braccio, e appena uscito in prossimità della ringhiera ho avuto un capogiro. Mi sono affacciato dal balcone mentre avevo il bambino in braccio perché udivo delle voci provenire da sotto, a questo punto lasciavo cadere il bambino di sotto. In quel momento ho avuto un capogiro”. Poi ha spiegato di essere in cura in un centro di igiene mentale a causa della schizofrenia, cosa che non avrebbe comunicato alla famiglia del bambino. 

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Dopo la tragica caduta sarebbe uscito per andare a mangiare una pizza, prima di fare rientro a casa e uscire nuovamente per consumare un cappuccino e un cornetto. La deposizione è agghiacciante e nell’ordinanza del Gip si evince che il domestico è “una persona di spiccata pericolosità nonostante l’assenza di precedenti”. Resta però ancora “non pienamente accertato” il movente dell’omicidio, pur non essendoci “nessun dubbio” sull’autore. Il capogiro non convince, e il fermo è stato convalidato per una morte assurda. 

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