Montanari: “Non nego le foibe ma l’uso strumentale”. É polemica

Tomaso Montanari chiarisce la sua posizione sulle foibe: “Non le nego, ma l’uso che ne fa la destra non mi piace”. Scoppia la polemica. 

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Tomaso Montanari, sotto attacco per l’articolo sulle Foibe (Youtube)

“Analfabetismo istituzionale”. É la frase usata da Tomaso Montanari per sottolineare l’atteggiamento di alcuni politici e parlamentari, che hanno chiesto le dimissioni da rettore dell’Università per stranieri di Siena. Andiamo con ordine. Montanari in un articolo ha scritto che “la legge del 2004 che istituisce la Giornata del ricordo (delle Foibe), in opposizione e a ridosso di quella della Memoria, rappresenta il più clamoroso ricordo di questa falsificazione storica”. Un’accusa alla destra italiana, che secondo Montanari va ad equiparare le foibe alla Shoah. La polemica è scattata in maniera repentina, e il rettore e accademico è stato accusato di negare le foibe.

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Sul tema è intervenuto Matteo Salvini, con alcuni parlamentari della Lega e di Fratelli d’Italia. “Analfabetismo istituzionale”, dicevamo in apertura. Questa è stata la fra con cui Montanari ha risposto alla richiesta di dimissioni che gli è piombata addosso. Ad AdnKronos ha spiegato che non possono le istituzioni destituire un rettore, ma può farlo solo la magistratura qualora siano accertati reati gravi. Poi ha spiegato la sua posizione sulle Foibe. “Non le nego – ha sottolineato – e rappresentano una pagina tragica come altre. Come i bombardamenti americani, le bombe atomiche, gli attacchi sull’Italia. Per come è concepita però, la Giornata del Ricordo è il momento in cui la versione del neofascismo in Italia diventa la versione dello Stato. Sono parole di Gobetti – prosegue – che condivido”.

Poi attacca: “Questa giornata è una legge dei neofascisti, e il primo firmatario fu La Russa. Non nego le foibe, ma la strumentalizzazione nei numeri che se ne fa. Per me andrebbe cancellata”. Il tema resta caldo, e di sicuro le sue affermazioni incasseranno nuove risposte.

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