Enrico Camelio intervista in esclusiva a Massimo Gervasi, Presidente delle associazioni Partite IVA. Una chiacchierata che permette di fare il punto su diversi argomenti, dal redditometro al reddito di cittadinanza, fino all’IVA al 22%.
Massimo Gervasi esclusivo su IVA e reddito di cittadinanza
Massimo Gervasi senza filtri in esclusiva ad erfaina.it. Diversi gli argomenti toccati: “I sindacati si sono svegliati molto tardi perché abbiamo già un milione di disoccupati. Sono soprattutto i giovani e le donne che hanno pagato a caro prezzo questa pandemia economica come la vedo io. Il redditometro? Non va assolutamente considerato, è un’ironia. Non si dovrebbe neanche azzardare il governo a parlare di conti in tasca. Lo stato non ci ha cancellato nulla ma solo prorogato. Abbiamo tutto al 30 settembre, come facciamo a pagare tutto ciò? Il reddito di cittadinanza? Questo è il Paese delle forme ma non della sostanza. Il reddito di dignità mi sta benissimo perché ci sono persone pensionate che non arrivano neanche a 500 euro al mese. Se li aiuti ad arrivare a 780 euro mi va bene. Nel mondo del lavoro, con l’introduzione dei navigator che sono nuovi occupati del governo ma che non stanno facendo nulla, non per colpa loro, non funziona nulla. Il reddito di cittadinanza andrebbe dato in mano alle imprese che poi lo girano a chi viene assunto, integrandolo casomai”.
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Ha proseguito poi parlando della scelta di alzare l’IVA al 22%: “L’IVA al 22% dimostra la pochezza intellettuale dello Stato. Non è così che aiuti le tasche dello Stato. L’IVA va stabilizzata e gli investimenti devono essere altri. Si tratta di una spesa in quel momento e basta e noi non abbiamo bisogno di spese ora”.