Allenamento della squadra del Qatar in vista dei Mondiali 2022 (Ansa foto)
Mancano solo due giorni per l’avvio della competizione mondiale per nazionali in Qatar e sul web è imperversata l’accusa che è diventata virale.
Domenica alle ore 17 italiane inizieranno i Mondiali in Qatar: la partita inaugurale vedrà i padroni di casa sfidare l’Ecuador. In queste ore, però, l’atmosfera di giubilo e gioia è stata smorzata da un’accusa molto pesante.
I mesi scorsi, nella lunga vigilia che ha anticipato la competizione, sono stati caratterizzati dalle durissime accuse mosse nei confronti del Qatar. Accuse che riguardavano la sistematica violazione dei diritti umani. Ora però tutto deve andare liscio. Non ci devono essere problemi. Infatti questo è il primo imperativo dell’emirato arabo adesso.
Il Qatar non ha, realisticamente, molte possibilità di superare la fase a gironi: la squadra del di Felix Sanchez è inserita nel Girone A, assieme ad Olanda, Senegal ed Ecuador. L’obiettivo resta comunque quello di fare quanti più punti possibile: la gara d’inaugurazione vedrà quindi il Qatar sfidare l’Ecuador. Un match sul quale, però, nelle ultime ore si è scatenato il complottismo. Complottismo che si è riversato in rete facendo il giro del mondo, generato da un tweet che è diventato poi virale.
Nel pomeriggio di ieri, Amjad Taha ha twittato: “Esclusivo: il Qatar ha corrotto otto giocatori dell’ecuador con 7,4 milioni di dollari per perdere la partita inaugurale (risultato 1-0 nel 2° tempo). Lo hanno confermato cinque addetti ai lavori del Qatar e dell’Ecuador. Speriamo che sia falso. Speriamo che la condivisione di questo tweet possa influenzare il risultato. Il mondo dovrebbe opporsi alla corruzione della FIFA”
Il tweet ha fatto in breve il giro del mondo. Una denuncia che si è diffusa a macchia d’olio e resa credibile dall”autore grazie al tag di Daily Mail. Infatti in molti hanno accreditato il quotidiano inglese come fonte della notizia. La realtà però è un’altra: Amjad Taha non ha nulla a che fare col tabloid inglese. Amjad Taha è un giornalista britannico-bahreinita che si occupa quasi esclusivamente di questioni politiche nel mondo arabo. Le sue affermazioni devono essere dunque prese con le pinze.
Un suo collega ecuadoriano con cui è in rapporti stretti ha a sua volta rilanciato la denuncia di Taha, spiegando di aver avuto dei dettagli in più: i cinque ‘insider’ che hanno denunciato ad Amjad Taha il pagamento degli otto calciatori ecuadoriani lo avrebbero fatto con la speranza che l’uscita della notizia avrebbe indotto i presunti corrotti a giocare lealmente contro l’Ecuador. Insomma, sembra davvero poco per dare credito ad una denuncia così grave.
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